LE FORME DEL DESIDERIO
Piero Paradisi
Tempo Libero Edizioni, 2024
Recensione a cura di Rosanna Basili[*]
Con una scrittura elegante, essenziale, lucida e chiara, l'autore, ci conduce in un viaggio attraverso il tempo analizzando la forma che il desiderio umano assume nelle diverse espressioni storiche e culturali dalla Psicoanalisi alle neuroscienze, al modello S.I.A.R., alla modernità.
Possiamo definire il libro un testo monografico, una ricca dissertazione a carattere scientifico sul tema del desiderio.
L'autore inizia con l'analisi del termine desiderio che deriva dalla composizione della particella privativa "de" e il termine latino sidus-sideris-sidera, che significa stella. Pertanto il significato letterale del termine "desiderio" è "assenza delle stelle".
L'etimo della parola suggerisce che la fonte originaria del desiderio è l'assenza, il bisogno, il buio e che sia proprio questa condizione che motiva il comportamento umano verso la ricerca di una risoluzione soddisfacente.
In seguito, riferendosi a Freud, l'autore distingue il bisogno dal desiderio: il bisogno nasce da uno stato di necessità, di mancanza di qualcosa percepito come indispensabile la cui soddisfazione non è procrastinabile; il desiderio invece nasce dal ricordo del primo soddisfacimento, per cui ha una natura psichica e prevede, rispetto al bisogno, un Io più integrato.
Il desiderio dunque, pur condividendo con il bisogno uno stato di necessità, ha la forza di proiettarsi nel futuro e talvolta la ricerca del soddisfacimento può essere finalizzata alla realizzazione del Sé o anche alla ricerca della felicità.
“Il desiderio nasce con la Vita” e ne accompagna l'evoluzione inserendosi nei processi primitivi regolatori della sopravvivenza. Nel corso del tempo questi processi si affinano e integrano nelle loro funzioni anche le istanze provenienti dall'Io e dal Super Io.
Anche il desiderio sessuale segue lo stesso percorso: “inizia dagli oscuri meandri determinati dalla natura e sfocia in qualcosa di diverso: il desiderio d'amore”.
Le ricerche in ambito neuroscientifico di Le Deux, Gazzaniga, Damasio ed altri validano l'intuizione di Freud che il comportamento umano è in gran parte inconscio. Infatti molte scelte veicolate dal desiderio che crediamo essere frutto di ragionevoli considerazioni consce, sono invece regolate dai sistemi sottocorticali come il Rettiliano e il Limbico.
“Il desiderio è il motore delle azioni umane e come tale le governa... Tutte le vicende legate allo sviluppo della cultura, siano esse in rapporto al mito e alle religioni, sia in relazione alle dinamiche delle vicende storiche ed economiche sono il frutto dell'espressione di un desiderio”.
Aspetti peculiari del desiderio che l'autore cita sono la narrazione e il mimetismo.
La dimensione narrativa del desiderio rivela che l'oggetto per essere desiderato necessita di una storia accattivante capace di raccogliere su di sé le proiezioni emotive, più o meno consapevoli del soggetto desiderante.
L'aspetto mimetico del desiderio è invece più complesso e si aggancia al fenomeno del rispecchiamento, in quanto “il desiderio umano esiste solo in relazione al desiderio degli altri”.
In sostanza un oggetto diventa desiderabile quando è desiderato anche dall'Altro.
Pertanto ciò che rende desiderabile un oggetto non sono le qualità specifiche dell'oggetto in sé, ma il fatto che raccoglie il desiderio dell'Altro. In questa particolare dinamica si nasconde il bisogno umano di essere visto, riconosciuto; però proprio per il modo in cui viene espresso, si attivano altre dinamiche psico-relazionali come la gelosia, la conflittualità, la distruttività.
Secondo l'autore queste peculiarità del desiderio vengono usate e strumentalizzate dal sistema capitalistico-consumistico per trasformare le persone da soggetti desideranti in consumatori, evidenziando i meccanismi soggettivi e i processi sociali che ne sono alla base.
Inoltre considera interessante il lavoro di R. Girard che traspone le dinamiche interpersonali che nascono dal desiderio mimetico nella dimensione socio-antropologica, individuando nel cosiddetto capro-espiatorio un modo che le società umane, in diverse epoche storiche attraverso cerimonie religiose e sacrifici rituali, mettevano in atto per canalizzare e/o esorcizzare l'aggressività distruttiva.
Rizzolatti-Gallese ed altri, con la scoperta dei neuroni specchio, offrono al concetto del desiderio mimetico un supporto neuroscientifico dandone però un'interpretazione decisamente più confortante. “Ciò che veramente rappresenta il desiderio mimetico è di essere come l'Altro, di essere l'Altro”. In sostanza evidenziano che la necessità umana più forte è quella di somigliare ed essere come l'Altro.
Sottolinea ancora che ogni individuo esprime il desiderio secondo i tratti caratteriali che costituiscono la personalità e che esiste un desiderio di tratto che “si manifesterà in modo precipuo nelle espressioni delle dinamiche relazionali”.
Utilizza questo punto di vista per interpretare il modo di desiderare/amare di Don Giovanni e della Carmen, famosi personaggi dell'opera lirica.
Il testo si avvia alla conclusione con la classificazione dei disturbi del desiderio sessuale in clinica sessuologica e con una analisi della realtà attuale post-pandemica.
Viene illustrato quindi come il desiderio diventa patologia quando il carattere dell'individuo e/o l'ambiente storico-culturale non ne permettono la libera espressione.
[*] Psicologa, Psicoterapeuta, analista reichiana, didatta S.I.A.R., membro della redazione della Rivista PsicoterapiaAnaliticaReichiana; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Via XXIV maggio, 5 - Tortoreto Alto (TE).