Numero 2/2022

 CORPO, SOCIETA',IDENTITA' SESSUALE

di Marcello Mannella

Alpes Edizioni, 2022

 

Recensione a cura di Piero Paradisi[*]

 

     Il libro di Marcello Mannella è un testo importante. Tratta di temi complessi, per certi aspetti conflittuali, mai banali, ma densi e saturi di significati. I contenuti possono sembrare ostici e pesanti a un lettore superficiale, al contrario, la capacità di scrittura fluida, la ricchezza dei richiami sociologici e filosofici dell’Autore, rendono la lettura piacevole, interessante e scorrevole anche ai non addetti ai lavori.

     Attraverso un approccio culturale di tipo sistemico – complesso si dà voce al corpo come soggetto dell’esperienza sessuale, superando il dualismo mente-corpo che permea la società contemporanea, dove il dibattito tra natura e cultura è sempre attuale. L’Autore muove le mosse storiche sulla sessualità restituendo alla psicanalisi e a Freud il merito di averla sottratta alla biologia positivista, in quanto essa introduce nella discussione sulla costruzione dell’esperienza sessuale, anche istanze di tipo culturale, psicologiche e semantiche oltre a quelle biologiche. L’escursus storico impegna l’Autore nella disamina di argomenti quali la sessualità femminile, l’omosessualità, il genere; una discussione che si è sviluppata a partire dal secondo dopoguerra con l’emergere dei movimenti di liberazione delle donne, i movimenti di contestazione giovanile, i movimenti LGBT.

     Le critiche a Freud da parte di quei movimenti, derivavano dalla costatazione che per la psicanalisi lo sviluppo sessuale, come l’Edipo, si svilupperebbero secondo una linea androcentrica, frutto di una società fondamentalmente fallocentrica, e Freud fu accusato di un sostanziale sessismo.

     Mannella restituisce alla psicanalisi, ma anche alla ricerca etnografica, il merito di aver sottratto alla natura lo sviluppo dell’identità di genere e averla ricondotta a un intreccio complesso tra biologia e cultura. Comunque la costatazione che i movimenti femministi sfociano nella conclusione che il genere fosse frutto esclusivo di influssi culturali, porta a un’ulteriore criticità nella discussione sulla sessualità nella società contemporanea: da un lato la visione meccanicista del corpo come macchina (con il suo corredo di geni, pulsioni, organi e funzioni corporee) e l’altra, opposta, che indica appunto la cultura come l’unico elemento in grado di “imprimere sul corpo tabula rasa” le sue funzioni.

     Il dualismo, per Mannella, è stato superato brillantemente dal contributo fondamentale delle neuroscienze; esse hanno fornito le prove dell’origine corporea della mente, considerata come elemento non disgiunto dal corpo e dall’ambiente, con un suo sviluppo stratificato nel tempo e contemporaneamente nelle strutture cerebrali “sovrapposte” (vedi le teorie di Mc Lean): la mente incarnata e il suo sviluppo bottom up. Per Mannella la mente incarnata non può essere un elemento autoreferenziale, perché è in costante relazione con l’ambiente, il quale con dinamiche di tipo perturbativo, innesca dei meccanismi complessi di trasformazione autopoietica, come indicano anche Maturana e Varela.

     L’importanza di questo concetto è evidente e rivoluzionario: si supera il paradigma evoluzionistico tradizionale, in cui la struttura degli esseri viventi è determinata solo dagli influssi ambientali (secondo modalità adattative). Nel modello sistemico-complesso l’organismo vivente sarebbe capace di scegliere la propria configurazione auto organizzandosi per garantirsi la sopravvivenza. Tale concetto supera così brillantemente il dualismo tra corpo-macchina e corpo-tela.

     La posizione dell'Autore riguardo la sessualità non si discosta allora dal paradigma complesso della teoria dei sistemi, affermando che essa è “una creazione auto poietica che scaturisce dall’accoppiamento strutturale tra il Sé (sistema vivente individuo) e il mondo sociale (ambiente)”. In sostanza l’ambiente è il perturbatore che innesca le modifiche strutturali, ma è il Sé individuo che le dirige e le determina. La sessualità come prodotto auto poietico tra influssi ambientali e Sé non è disgiunta dagli elementi storico sociali della società contemporanea.

     In ambito sociologico Mannella lancia uno sguardo sulla società contemporanea che ha caratteristiche di fluidità e rarefazione nei legami, in cui vengono a disgregarsi o perdere di autorevolezza quegli elementi che graniticamente hanno rappresentato dei dogmi nelle ere pregresse: si pensi alla famiglia nucleare tradizionale, al patriarcato, all’eterosessualità normativa, al ruolo subalterno della donna, alla morale, alla religione. In una società liquida anche la sessualità risente di incertezze e disordine nella sua strutturazione, la quale, ricordiamolo, va di pari passo con il processo di sviluppo della personalità individuale. In una società leggera e incerta come quella contemporanea, anche la sessualità corre il rischio di essere leggera, incerta, reattiva e con posizioni deboli e poco strutturate.Mannella copertina Copertina del libro "Corpo, società, identità sessuale" di M. Mannella Alpes Edizioni, 2022

     Nell’analisi storico culturale della società odierna, Mannella punta il dito sulla crisi del soggetto e di rimando sul costrutto di genere. La soggettività non sarebbe più un’entità stabile e definita dalla natura ontologica dell’individuo, ma un’entità variabile e contingente, ossia anche la soggettività diventerebbe fluida. La conseguenza di queste affermazioni è che il genere si discosterebbe dal dato naturale e sarebbe il prodotto di convenzioni sociali. Ma c’è di più: esiste indubbiamente una relazione tra genere e sesso, ma sarebbe il genere che precede il sesso e non il contrario, venendosi così a superare il binarismo sessuale tradizionale. La convinzione dell’esistenza di un binarismo sessuale fa parte esclusivamente della cultura occidentale, in altre culture il binarismo tout court non esiste e le diversità sono accettate dalla collettività. Cadere nella “trappola del binarismo di genere”, per Mannella, ci impedisce di entrare nella riflessione concettuale contemporanea che sposta le coordinate di osservazione dal dimorfismo sessuale, allo spettro di identità sessuali multiple: queste ultime sfuggono a qualsiasi classificazione semplicistica di maschile o femminile. A questo riguardo Mannella cita quei costrutti scientifici che corroborano le tesi secondo cui nessun individuo è interamente maschio o femmina, ma sarebbe la risultante di una combinazione variabile e individuale di femminilità e mascolinità, derivante da elementi genetici, ormonali, anatomici e cerebrali. Secondo il paradigma del continuismo sessuale non esisterebbe il binarismo sessuale con le sue differenze morfologiche (oppure esse non sarebbero rilevanti), e neanche un binarismo di genere.

     Uscire dalle coordinate del binarismo può essere interpretato come un elemento destabilizzante nella realizzazione dell’identità sessuale, ma Mannella opera una sintesi brillante tra il modello biologista e quello costruttivista. Entrambi i modelli sono inadeguati da soli a determinare il corpo come entità unica e irripetibile; in realtà esso ha la capacità di “in-generarsi” in un’atmosfera di rapporto costruttivo e paritetico tra gli elementi corporei e le sollecitazioni ambientali. La costruzione del Sé e di conseguenza della sessualità avviene secondo un processo bottom up e si compie per fasi lungo una freccia del tempo neghentropica evolutiva a complessità crescente, come ci indica il modello post-Reichiano della SIAR (Società Italiana di Analisi Reichiana). Lo sviluppo della sessualità, che Mannella definisce “costruzione del desiderio d’amore-desiderio sessuale”, avviene anch’essa contemporaneamente alla costruzione del Sé, in un processo di in-corporazione di fase e di livello corporeo.

     Uno sviluppo armonico e la definizione di una sessualità individuale risentirà dunque dei segni incisi di fase di quell’epoca analitica di sviluppo: saltare una fase o attardarsi in essa potrebbe avere dei risvolti sulla sessualità dell’individuo. Mannella fa compiere al lettore un viaggio affascinante attraverso le fasi di sviluppo e indica le peculiarità delle varie fasi e i segni incisi che possono influire sulla costruzione della sessualità.

     La sua posizione  riguardo la sessualità e non solo, è da inscrivere, con elementi critici, nella prospettiva post moderna, ossia il rifiuto della razionalità normativa che ha sinora governato la storia. Secondo tale concezione l’umanità si avvia, nelle sue istanze culturali, politiche e sociali, verso una visione complessa della realtà, con il rifiuto della razionalità forte e normativa, favorendo una “razionalità debole”, attenta alle posizioni delle minoranze e della complessità della realtà. Esiste il pericolo della frammentazione e della dispersione? Certamente sì! Ne è la prova concreta l’affermarsi di una società liquida in cui viene meno anche il senso di un Sé autobiografico stabile. In questa società il Sé è cangiante e pronto a variare in base alle proposte e alle richieste del mercato. Si afferma una crisi psico-pedagogica dei giovani e il superamento di un Super-Io tradizionale, sostituito da attrattori esterni e volatili, ma sempre in relazione alle logiche di mercato. La crisi della società e della famiglia, nelle loro istanze normative, non può che ripercuotersi nello sviluppo caratteriale dei giovani. Dai tratti coatto-fallici della società patriarcale, si passa all’emersione (post moderna) di tratti orali difettuali o peggio a stati di rarefazione borderline.

     La sessualità di oggi rispecchia i tratti caratteriali emergenti, quindi sarà compulsiva, reattiva, provvisoria, con tematiche dominanti di “giusta distanza”, a carattere prestazionale, poco affettiva e oggetto di consumo come le altre merci.  In sostanza la sessualità si trasforma da elemento di liberazione delle masse a elemento di distrazione di massa.

     Questa visione della società post moderna, implica un necessario corollario nell’Autore: la clinica psicoanalitica del genere non può fare a meno di porsi in modo critico alle teorizzazioni circa la così detta “fluidità di genere”. L’Autore dopo aver dunque riconosciuto il valore post-modernista di rottura del genere, secondo me, con qualche istanza all’apparenza contraddittoria, sente la necessità di ascoltare e ristrutturare lo smarrimento di un paziente incerto e confuso circa la sua disforia di genere.

     La risposta clinica non può essere dettata aprioristicamente da approcci validi per tutti, ma occorrerà ascoltare con attenzione le domande del paziente e realizzare un progetto terapeutico condiviso. Mannella richiama il terapeuta a scostarsi da approcci clinici dettati da un’omofobia mascherata o da psicoterapie riparative e manipolatorie sul paziente.

[*] Medico, Psicoterapeuta, Analista Reichiano. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Indirizzo professionale: Via De Benedictis, 59-Teramo

Share