Numero 1/2012

ELOGIO DELLA DEPRESSIONE

DI ALDO BONOMI E EUGENIO BORGNA

EINAUDI EDITORE, 2011

Antonella Messina*

Uno psichiatra ed un sociologo si incontrano, mettono davanti ai loro occhi i dati dei suicidi in Valtellina, dei suicidi nelle fabbriche e decidono di guardare, dall'angolazione della psichiatria e dall'angolazione della sociologia, la percezione della vita psichica e la percezione della vita sociale. "A cosa può servire un libro come il nostro? A riflettere, fra l'altro, sulle strutture portanti, sociologiche ed antropologiche, della società di oggi, e sulla loro importanza nella insorgenza di fenomenologie psichiche, quelle depressive, implicate in tanta parte della sofferenza umana; a dilatare la conoscenza della ragione d'essere, non solo clinica, delle depressioni che sono radicate nel cuore della ragione umana; a riscoprire le condizioni di valori che si nascondono nelle dimensioni dell'umana sofferenza e che sono portatori di fragilità e di sensibilità, di gentilezza e di solidarietà".

Bonomi e Borgna creano, con questo libro, una terra di mezzo, un'intersezione multi stratificata e complessa che è più di una sovrapposizione di insiemi: "ho imparato, dice Bonomi, che se si vuol continuare a cercare e continuare a capire, bisogna oltrepassare la soglia tra l'Io ed il Noi; che il racconto sociale, prodotto nello scomporre e ricomporre solo la categoria del noi, gli immigrati, gli homeless, i malati di mente, i tossicodipendenti, i giovani a rischio, non basta senza l'Io dei loro racconti di vita".

Il territorio diventa una clinica, dice Bonomi e la clinica va oltre il muro di cinta. Anche l'indice rispecchia questo intento: introduzione a due mani, poi uno scritto di Bonomi, poi uno scritto di Borgna e poi il dialogo, le intersezioni della terra di mezzo nel loro divenire.

Il libro invita a guardare le soglie varcate in questo secolo: il tempo di lavoro è straripato dentro l'individuo sradicando il tempo interno, il rapporto capitale-lavoro è fuoriuscito dai cancelli delle fabbriche, si è esteso tanto da penetrare nell'interno delle case, si è appropriato del bios, della nuda vita, dell'anima e della mente. La vita è rimasta vita nuda.

Così la malaombra passa da malattia dell'essere a tema della società e della comunità locale. La depressione con il suo silenzio, la sua fragilità, la sua malinconia, si ritrova il compito di varcare la soglia della definizione clinica e di ricordare all'individuo che l'umano è anche fragile.

"La depressione appare, allora, là dove si annida ancora l'umanità che ha conservato la soggettività, dove la nuda vita (il nostro pensare, il nostro avere memoria, il nostro comunicare, il nostro parlare, il nostro riprodurci) non è rapito e tramutato in vita nuda, in balìa di un potere che appare pervasivo ed anonimo e rispetto al quale non ha più capacità di resistenza, ma solo capacità di sopravvivenza individuale".

La vita nuda è anche quella dei corpi, corpi nudi senza desideri, che hanno subìto il furto del tempo. "Il presente si è mangiato il futuro. Il futuro si è trasformato in minaccia, la vita sociale si spegne. I giovani hanno una infelicità desiderante e gli anziani una felicità senza desideri". Il nutrimento non basta. Il corpo è divenuto una macchina per comunicare; per dovere di profitto serve una mente sconfinatamente originale, senza tempo per le relazioni.

La somatocrazia ha ceduto il posto alla psicotizzazione, dice Bonomi. Il corpo non è più l'oggetto da governare come lo si intende in Foucault, è un corpo cui è stata disintegrata l'armonia: "senza confini nella testa e dentro gabbie, sotto". E' saltata l'unità funzionale che può nascere da un'armonia dei confini: mente illimitatamente attiva per produrre di più, corpo ingabbiato per essere assoggettato alla flessibilità-precarietà di turno.

Mente illimitata, corpo ingabbiato. Una disarmonia dai limiti così mal disegnati da creare corpi senza limiti vivi e senza densità vivificante.

Borgna sostiene che "la depressione può proporre un cambiamento emozionale ed esistenziale, può divenire vera e propria weltanschauung che ci può salvare dall'indifferenza e dalla non curanza, dal deserto delle emozioni e della speranza, delle attese e dei rivolgimenti emozionali ricordando il silenzio, la fragilità, la malinconia".

La proposta di Borgna è "di immergersi nell'interiorità per trovare il destino comune di una comunità che vede con gli occhi del cuore. Bonomi auspica che la nave di una moltitudine che galleggia nell'abbondanza dei mezzi, ma senza timone, possa puntare verso una comunità di cura e di operosità, sciogliendo il rancore".

La depressione è anche psichiatrica ricorda Borgna: "non c'è una sola depressione, distinguiamo: la depressione esistenziale; la depressione motivata o reattiva che nasce sulla scia di avvenimenti dolorosi e conflittuali e il cui peso del passato si fa sentire inaridendo lo slancio vitale; la depressione psicotica, in cui l'esistenza psicotica si nasconde e smarrisce nelle sue colpe e nella solitudine autistica, in cui il paziente si vede morire e rischia la propria vita nel momento in cui la profonda divaricazione tra lo stato d'animo accasciato e triste, e la inibizione motoria che si attenua, consente al desiderio della morte di realizzarsi".

Nel libro la depressione appare sia come possibilità umana ed umanizzante in alternativa ad una società psicotizzata, sia come caduta entropica dei corpi che non reggono.

Dentro questa fenomenologia, presentata dal libro (dove ai poli stanno la depressione del suicidio e la depressione della comunicazione), si può inserire la terra di mezzo di chi legge il libro. A chi legge rimane la ricerca graduale di un cursore e di un come, che possa scorrere dall'entropia, tendente ai suicidi, alla profondità che apre.

Una terra di mezzo in cui ricercare ed ipotizzare le carnalità sottese lungo la linea del tempo, in cui si incontrano anche le braccia della cura e dell'operosità, il torace degli occhi del cuore, la pancia delle emozioni, il limbico delle relazioni.

 * Formatrice per ARCI Servizio Civile Nazionale

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