Numero 1/2012

MARCO

Questo articolo è la documentazione di un incontro di supervisione analitico clinica in gruppo condotta da Genovino Ferri, psichiatra, analista reichiano.

Una terapeuta presenta il caso di un proprio paziente, gli altri terapeuti intervengono con domande e commenti, il supervisore conduce.
La storia

Terapeuta: vi parlerò di Marco, è un ragazzo di 25 anni. E' arrivato con una diagnosi di "crisi psicotica". Fino a circa 3 anni fa viveva in Canada con la madre, il fratello di 21 anni e il patrigno. Il padre biologico è vissuto e vive in Italia da sempre. Fino all'età di 7 anni Marco è stato in Italia, in un piccolo paese con i suoi genitori, prima della loro separazione, e abitava in una casa di 3 piani, con i nonni e la famiglia di una zia. In breve, una palazzina familiare. Una famiglia come si deve, all'interno della quale i suoi membri ribadiscono di fare il loro dovere, di eseguire correttamente i loro obblighi, con tante emozioni e legami tra di loro, mantenendo i confini, di fascia generazionale e complessivi, in equilibrio.

Quando Marco aveva 7 anni, suo padre ebbe una relazione extra-coniugale, scoperta quasi subito. La madre lavorava ed era una persona come si deve. Il padre, che lavorava come elettricista, era attratto dal divertimento e dai locali notturni, ma fino a quel momento era stato un buon padre. Incominciò però da allora ad essere molto violento con i figli, li rimproverava e li picchiava senza alcun motivo. Il padre stesso oggi mi ha riferito che amava sua moglie e gli piaceva la vita familiare, ma che voleva solo un po' di gioco e una maggior vita sessuale. D'altra parte la moglie, che ben si occupava della famiglia, attraversava un periodo di lutto per la morte della propria madre.

Da quel momento si generò in quella famiglia una situazione di follia: la madre si trovò in un lutto ancora più grande per la scoperta del tradimento del marito e per lo scandalo sociale. In più l'amante del padre, una donna sposata e con figli, anche lei con la voglia di giocare, iniziò a mettere in scena vari acting out. Con una sorta di prepotenza fallica si recava a casa della madre di Marco, la minacciava e la offendeva. Marco ricorda con orrore quelle scene, in cui quella donna si esprimeva con un vocabolario a lui sconosciuto; provava tanta paura, aggravata dal fatto che suo padre rimanendo in macchina completamente immobile e impotente diceva: "cosa devo fare?". Un giorno il padre raccolse le proprie cose, chiuse il negozio e se ne andò via di casa. Prima di lasciare la sua famiglia tentò di convincere sua moglie sostenendo che l'altro rapporto non era niente di serio, ma lei molto ferita non poté accettare ciò. Il padre se ne andò così via di casa, non mantenendo un buon contatto neanche con i propri figli, che incontrava raramente.

In quello stesso periodo Marco, un giorno, ebbe davanti a sé un sogno, una visione, come egli dice, una entità e quando la riconobbe sulla copertina di un libro, che rappresentava il dio Pan, sulla mia scrivania, disse: "Ecco colui che vidi!". Sosteneva infatti all'epoca che quell' entità fosse il diavolo, tanto da chiudersi in se stesso e, sempre più fragile emotivamente, chiedeva di stare sempre con la madre e con il padre che non poteva avere. Dopo circa 5 anni da quella visione, ai suoi 13 anni, la madre decise di sposarsi di nuovo con un altro uomo e partire per il Canada. Marco tuttora non la perdona per averlo portato via con sé, ma neanche perdona suo padre per averlo lasciato andare.

Nei 12 anni trascorsi in Canada la madre ha vissuto un grande senso abbandonico, nonostante fosse sposata con un uomo molto buono, che si prendeva cura di lei e dei suoi due figli: lei amava sempre il suo ex- marito e desiderava che mantenesse un buon rapporto con i propri figli. I ragazzi, vivevano in Canada una vita soddisfacente: andarono a scuola fino all'università e ogni due anni facevano ritorno in Italia per vedere il padre e il nonno.

Il loro padre però continuava a condurre una vita molto sregolata: viveva con una donna, l'ex amante, che non stimava affatto e lavoravano anche insieme. Si sono poi separati perché lei era una donna alla ricerca di tanti uomini e lui un uomo alla ricerca di tante donne, spendevano tantissimo denaro ed hanno fallito nel loro lavoro. Il padre attualmente ha una relazione con un'altra donna, mentre continua a lavorare con la sua ex amante che lo deruba. La nuova compagna comunque è come la sua ex, simile nel modo di vivere e nel chiedergli denaro. Appare ai miei occhi come una figura di delinquente di piccolo grado, che si relaziona con gente mafiosa, senza senso di responsabilità verso i figli.

Mentre era iscritto al terzo anno del college universitario, Marco decide di tornare in Italia, di fare il militare e di stare con suo padre. Torna e va ad abitare con suo padre, la nuova compagna e una nonna pazza. In quella casa non ha abiti puliti da indossare, in quanto la nuova compagna del padre non vuole fare le faccende domestiche e assiste spesso al comportamento di lei offensivo verso il padre. Con questi vissuti e in queste circostanze inizia il servizio militare, dove comincia a subire episodi di forte prevaricazione, finché un giorno esplode urlando contro un superiore. Così è stato ricoverato presso l'Ospedale Militare, dove gli hanno somministrato Seroquel, accertato una diagnosi di crisi psicotica in comorbilità di uso di cannabis (Marco mi dice di non farne uso) e congedato.

Tre mesi circa dopo la crisi con il congedo è venuto nel mio studio: un ragazzo con uno sguardo assente e tanto ipertono muscolare trattenuto, non catatonico ma immobile. La sua condizione di vita attualmente è la seguente: congedato dal servizio militare, non vuole tornare ad abitare con suo padre e la compagna, preferisce star da solo nella vecchia casa con il nonno e la zia, che vivono al piano inferiore. Il ragazzo quando si reca nel luogo di lavoro del padre assiste normalmente a questa scena: lì sono presenti tutti i giorni, la donna (collega e socia di lavoro del padre) che è stata la causa di separazione dei suoi genitori, più un gruppo di persone che Marco definisce mafiose. La donna attuale del padre vi si reca spesso e litiga pesantemente con la ex . Inoltre, la nuova compagna giudica negativamente la madre di Marco, sostenendo che il ragazzo ha problemi e che lei l'ha mandato da loro per rovinarle la vita.

Intanto dopo il periodo di scompenso di Marco, la madre decide di ritornare in Italia per stare vicino al figlio e sostenerlo, anche perché sente che il padre non può farlo. In questo movimento di lei però, tutti i componenti della scena originaria coltivano il grande sogno-desiderio che la coppia genitoriale di Marco possa tornare a vivere insieme. Così il padre si separa da quella che era l'attuale compagna e va ad abitare da suo figlio con la ex moglie. Marco entra in una grave tensione, vede sua madre e suo padre vivere insieme e chiede loro di vederli dormire nello stesso letto, con lui in mezzo. Un giorno all'improvviso mostra ed esibisce prima al padre e poi alla madre i suoi organi genitali. Visitato da uno psichiatra è prescritto il Depakin, che non ha alcun effetto su di lui, anche se lo sta assumendo da più tempo.

La supervisione

Supervisore: La psicoterapeuta ci ha presentato molti elementi, principalmente clinici, dai quali potremo trarre significative considerazioni. Procediamo comunque prima con l'approfondimento di dati anamnestici di tipo analitico. Prima domanda: cosa conosci della gravidanza, del parto, dell'allattamento e dell'infanzia di questo ragazzo? Sappiamo che è primogenito, ed ha un fratello minore.

Terapeuta: So che la gravidanza e l'allattamento sono stati normali, i suoi genitori lo desideravano e avevano tra loro un rapporto sentimentale fin dall'epoca degli studi medi superiori. Molto desiderato e ben voluto, anche perché Marco era il primo nipote per entrambe le famiglie. Sua madre era molto accogliente e affettuosa e l'ha allattato per parecchio tempo; l'ha lasciato soltanto quando doveva tornare al lavoro, dopo 10 mesi. Il padre si occupava di lui e ci giocava molto insieme.

Supervisore: Ho parecchie difficoltà nel considerare il ragazzo psicotico, dal punto di vista reichiano. Non è un ragazzo a bassa densità di energia. Per le crisi che tu ci hai raccontato, parlerei di episodio depressivo grave con sintomi psicotici congrui all'umore. L' inizio della crisi si colloca infatti su un tema di Separazione. E' un ragazzo che si è depauperato e frammentato energeticamente per la separazione subita. I Disturbi Affettivi, risuonano sul livello affettivo-emozionale, sul livello dell'umore. Tutto inizia in Marco con una Depressione reattiva, causata da una serie di fattori che analizzeremo. Da subito, comunque, posso dirti che questo ragazzo, nella scena del dormire tra i genitori da adulto, ci informa del quando si è verificato il suo trauma: egli è stato segnato dal periodo in cui i genitori si sono separati. Crolla la sua identità come elemento che lega, rispecchia e unisce. Ha una crisi clinica anni dopo, quando si trova nel contesto militare, ma è l'emersione di una vulnerabilità che esisteva fin da quando aveva 7 anni. Quello che sorprende in questo ragazzo è la sua determinazione rispetto ai genitori che devono restare insieme, riflesso di un rischio di scissione proiettato. Ma non è un ragazzo con bassa densità energetica oggettuale nella relazione primaria. A 7 anni ha un'allucinazione visiva, vede il diavolo davanti a sé, ma è congrua all'umore, come se egli avesse separato il Bene dal Male, una scissione da caduta energetico-affettiva. Più precisamente, la scissione esterna dei genitori con la caduta-scissione dell'energia nel campo periferico, lo investe e fa di lui il principale indicatore sintomatico.

Dove si trova questo ragazzo sulla freccia del tempo interno della sua evoluzione? A 7 anni è in piena fase Genito-Oculare, perde energia come conseguenza della separazione dei suoi genitori e scissione del campo familiare, si riattualizza uno stato difettuale di energia che richiama la fase oro-labiale ed è come se Marco vivesse una depressione di questa fase, nella quale esiste la scissione Bene-Male, Dio-Diavolo. Usando la terminologia della Klein, diremmo che si abbassa energeticamente fino alla fase schizo-paranoide.

A 7 anni infatti fu contornato da una grande depressione materna, che chiama alla riparazione, insieme ad una delusione profonda proveniente dal padre, che agli occhi di tutti ha la responsabilità della catastrofe familiare. Altro elemento simbolico è la decisione del figlio di ritornare in Italia con il sogno terapeutico di riunire il padre e la madre significante per il ragazzo il poter recuperare la fase Genito-Oculare. Analiticamente anche i sintomi apparentemente psicotici sono molto interessanti: esibisce i suoi organi genitali separatamente al padre e alla madre. Con una modalità psicotica li richiama, indicando loro la fase dove egli vuole ritornare, essere riconosciuto, e proseguire.

Domanda: Quando i genitori si separano, in generale, i figli hanno una tendenza a riunirli, ma non tutti entrano in un Disturbo nel momento in cui il loro tentativo fallisce.

Supervisore: Questo ragazzo, vive in una famiglia con tanti devo all'interno della quale egli rappresenta la continuità. La madre donna molto perbene, ha scelto ed ha continuato ad amare suo padre. Il Super-Io non le ha permesso all'epoca di ricostruire il rapporto con quest'uomo facendole scegliere la soluzione abbandonica. Soltanto con la crisi del figlio è ritornata dal Canada, la crisi di Marco ha reso possibile il temporaneo-illusorio ricongiungersi. E' possibile che Marco inconsapevolmente realizzi parte del progetto materno del ricongiungimento, paradossalmente anche per potersi liberare da lei, richiamando il padre a sostituirlo nel restituirle il sorriso, pagando in questo tentativo però una crisi drammatica. Ognuno di noi ha una propria specifica storia e porta con sé tante domande ricevute dalle relazioni oggettuali, nella maggior parte implicite, che ci rende unici nel nostro essere.

Domanda: Scendere dalla fase Genito-Oculare in quella Oro-Labiale, dal punto di vista energetico, cosa significa?

Supervisore: Il Disturbo Affettivo non è un problema di densità, è un problema di perdita-oscillazione in persone che hanno criticità sul tema della separazione. Questo ragazzo ha un'alta densità di energia nella relazione della vita intrauterina. Ha una densità molto grande per il progetto, che deriva dall'intensità del desiderio che hanno avuto nei suoi confronti. Di conseguenza, non avrà mai una psicosi classicamente intesa. Ma, quando incontrerà un tema di separazione nella sua vita, come quella dai suoi genitori e come quando va via dall' Italia, oppure quando va militare, insomma quando vivrà una separazione potrà risentirne fortemente. Che cos'è una perdita-oscillazione? E' uno spostamento verticale e quantitativo di energia che potrebbe accompagnarsi ad un'esplosione oppure ad una chiusura. Quando Marco aveva 7 anni e si trovava nella fase Genito-Oculare, era abbastanza stabilizzato ed equilibrato, cresciuto all'interno di un progetto; ma arriva la relazione extra-coniugale, quella particolarissima e devastante relazione, e la situazione esplode. Quando parlo di caduta, intendo il portarsi energeticamente in una fase evolutiva precedente. Questo perché, nel caso di Marco, il mondo esterno si disorganizza e si frammenta. Come mai affermo questo per Marco? Perché c'è Pan che, con la sua figura con le corna, rappresenta la scissione tra Dio e Demonio, Bene e Male. Dal punto di vista evolutivo, questo schema è in questa fase, prima della convergenza oculare, prima dello svezzamento.

Con la convergenza passiamo dal guardare al vedere. La convergenza è l'ingresso dell'Io e serve per far emergere il bambino dalla fase schizo-paranoide (secondo la terminologia kleiniana) alla posizione depressiva-unitaria. E' l'entrata nella piramidalità, nel movimento volontario degli occhi. Il primo acting terapeutico allora che proporrei per questo ragazzo in Vegetoterapia, è il punto fisso luminoso ovvero il punto di convergenza: da qui egli potrà iniziare a risalire sul tempo evolutivo interno.

Domanda: Come mai è caduto nella fase Oro-Labiale e non in quella Muscolare?

Supervisore: Perché non ha avuto un padre che gli desse i confini, lui stesso infatti li ha persi, smarrendosi in una completa caduta di status. Questo ragazzo ha una carenza di 2° Campo che corrisponde alla fase della muscolarità. Il 2° Campo, per lui è difettuale. Il padre non ha svolto la sua funzione di padre, prova sì dei sentimenti verso il proprio figlio, ma si trova in uno stato di grande disorganizzazione di confini appunto, è un padre debole, fragile. Avete presente che cosa ha vissuto il ragazzo a 7 anni, in presenza dell'amante del padre che faceva una scenata sguaiatissima ed il padre in macchina che restava immobile nella sua impotenza? In sintesi didattica: l'impotenza del padre e la ferita narcisistica della madre non possono che far cadere Marco nella fase orale difettuale, il 2° Campo cioè non resiste.

Propongo a questo punto una diagnosi differenziale: se il 2° Campo avesse avuto maggior resistenza o meglio sostenibilità, probabilmente questo ragazzo avrebbe sviluppato una Depressione Reattiva ma senza approfondirsi in gravità maggiori successive, con sintomi psicotici congrui all'umore.

Terapeuta: Oggi ci troviamo di fronte alla seguente situazione: il padre ne ha combinata un'altra delle sue e se ne è andato di casa. Io ho lavorato con Marco sulla relazione materna, sul separare il progetto materno dal suo, in relazione al padre, nonché sui temi abbandonici. Il ragazzo così ha attraversato psicodinamismi depressivi, fino a quando, con grande fatica, ha cominciato ad accettare l'idea che suo padre è così e che lui deve continuare la propria vita: il padre non può aiutarlo, né dal punto di vista emotivo, né economico, né in qualunque altro modo. Marco è partito recentemente per un viaggio in Canada, con la madre e di nuovo con il patrigno. Al ritorno mi ha comunicato che ha deciso di tornarci per continuare i suoi studi e cercare lavoro. Per un periodo di tempo è stato bene ed io respiravo...poi improvvisamente incontra il padre, circa due settimane fa, per una mezz'ora, ed è entrato, secondo me, in una condizione di grande malessere. Ha cominciato a giudicare negativamente la madre e a tentare di proteggere il padre, nonostante avessimo lavorato moltissimo sull'impossibilità di poterlo proteggere.

Supervisore: Qual é l'analisi della tua domanda? Cosa ci stai chiedendo?

Terapeuta: Cosa posso fare ancora con lui? Sento che sarebbe buono per lui tornare in Canada con la madre, ma d'altra parte penso alla separazione, ancora una volta, da suo padre e dalla sua psicoterapeuta.

Supervisore: Ti propongo tre diverse risposte: una clinica, l'altra psicoterapeutica e la terza pratica.

Dal punto di vista clinico debbono essere introdotti i neurolettici atipici che funzionano, nella mia esperienza, a basso dosaggio nei Disturbi affettivi in combinazioni con uno stabilizzante dell'umore, essi creano una corazza orale, in modo tale che il ragazzo con questa terapia non possa oscillare e disorganizzarsi di fronte ai vari avvenimenti che lo investono.

Dal punto di vista psicoterapeutico, trovandoci in fase Oro-labiale, l'acting da utilizzare è il Punto Fisso Luminoso. Inoltre la posizione dello psicoterapeuta dovrà essere quella di una figura strutturante stabilizzante e affettiva che lo aiuterà a riorganizzarsi.

Dal punto di vista pratico delle evidenze, questo ragazzo da quando è tornato in Italia si è scompensato: questo è il dato di fatto reale. Fino all'età di 22 anni egli aveva dato a se stesso una protezione, un percorso e anche una pur fragile armatura caratteriale. Era riuscito ad iscriversi e frequentare anche l'università. Questi sono gli elementi della realtà pratica: il ragazzo deve tornare in Canada, lontano dalla scena psicotizzante italiana. E' la scena ad essere psicotica, non lui, lui è vulnerabile affettivamente! In Canada si trovi uno psicoterapeuta, in grado di accompagnarlo ad elaborare gli eventi vissuti, ma da una giusta distanza.

Domanda: Un uomo psicoterapeuta?

Supervisore: Sì, è preferibile un uomo poiché Marco ha una carenza di figura maschile di 2° Campo. Naturalmente va bene anche una donna che sia in posizione accogliente e strutturante. La sua necessità è quella di incontrare nel 2° campo, una figura in grado di accompagnarlo e guidarlo dalla fase Oro-labiale alla fase Genito-oculare. Se lo psicoterapeuta fosse un uomo sarebbe meglio anche per quello che ha incontrato nel contesto militare, passando da un padre impotente a comandanti a rischio di rigidità-anaffettiva e talora prevaricanti!

Non ha incontrato nella sua evoluzione una figura di 2° Campo in grado di prenderlo per mano, guidarlo e organizzarlo. Questo è ciò che Marco chiede principalmente fra le molte domande che ci ha rivolto!

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