L'UMANITA' TRA SMARTPHONE, TABLET E SENTIRE

HUMANITY BETWEEN SMARTPHONE, TABLET AND FEELING

  

Silvia Rossi[*]

 

10.57613/SIAR54

 

 

Abstract

        Vivere in un mondo reale ma anche virtuale quali risvolti ha avuto nella quotidianità e nell’essere in relazione con sé e con l’Altro? Digitale, corpo e psiche che si intrecciano in un dialogo continuo, cambiando abitudini, rafforzando alcuni funzionamenti e indebolendone altri. Meccanismi sottostanti l’uso tecnologico e le digital addiction che possono avere risvolti a livello emotivo e biochimico da non sottovalutare soprattutto in età evolutiva, periodo in cui, identità e strutture cerebrali sono in costruzione.

 

Parole chiave

        Dopamina – neurotrasmettitori – digital addiction – tecnologia.

 

Abstract

       Living in a real and virtual world: what implications has had on the everyday life and on being in relationship with oneself and with the Other than Oneself? Digital, body and psyche intertwine in a continuous dialogue, changing routines, reinforcing some functions and weakening others. The mechanisms underlying technological use and digital addictions that can have implications both on emotional and biochemical level, should not be underestimated, especially in evolutionary phase, when identity and brain structures are under construction.

 

Keywords

       Dopamine – neurotransmitters – digital addiction – technology.

 

 

La libertà è ciò che fai con quello che ti è stato fatto

                                                                                       Jean-Paul Sartre

 

 

     Questo scritto parte da alcuni quesiti ed una certezza: ad oggi è divenuto difficile comunicare senza l’uso della tecnologia. Lo smartphone sembra quasi essere divenuto un prolungamento del nostro Io, nel nostro cellulare ci sono appuntamenti lavorativi, ricordi, vissuti, impegni e segreti, ma questo uso è sempre funzionale e appropriato? Quanto il vivere con la testa chinata e i pollici attivi è reale? Quanto, in tale connessione virtuale con l’Altro, c'è un’autentica connessione sentita, esperita e non una distanza? Come la tecnologia ha modificato il nostro essere nel mondo e il nostro vivere il legame relazionale? Come la tecnologia ha cambiato il dentro ed il fuori?

     Sì, i quesiti sono tanti e in questo lavoro si cercherà di analizzarne alcuni trattando aspetti che ogni essere umano vive nella società odierna. Società in cui l’oralità è divenuta dilagante, mettendo in ombra e a tacere la nostra muscolarità e ocularità.

 

Tra ieri ed oggi

     Il telefono cellulare fa la sua comparsa negli anni ’80 dello scorso secolo, con esattezza nel 1983; nel decennio successivo, con l’avanzamento della tecnologia e la caduta dei prezzi, il cellulare divenne di uso comune fino ad arrivare nei primi anni del 2000, alla possibilità di connettersi ad Internet fuori casa; l’uso delle app ebbe un inarrestabile successo, aprendo a nuovi possibili scenari nella nostra quotidianità.

     Ad oggi, a quarant’anni dalla comparsa del primo telefono cellulare, con l’avanzamento di innovazioni tecnologiche la possibilità di fare è aumentata notevolmente, per esempio si possono fissare appuntamenti sull’agenda virtuale, si possono fare operazioni bancarie, fotografare, fare e guardare video, film, mandare e-mail, comprare voli e molto altro ancora: basti pensare che si possono cercare informazioni, di qualsivoglia natura, nel tempo dell’immediatezza o mettersi in contatto con persone dall’altro lato del globo. Tale ventaglio di potenzialità sembra aver semplificato e alleggerito la quotidianità, velocizzando e rendendo tutto a portata di un click, mettendo in luce nel corso degli anni come l’avanzamento delle funzionalità tecnologiche abbia apportato sempre più benefici, ma altrettante disfunzionalità.

 

Tra risorse e criticità

     L’evoluzione digitale ha permesso, oltre alle sopracitate possibilità, lo sviluppo e la nascita di nuove opportunità lavorative e, quindi, figure professionali legate al mondo del web e dei social network; ha acconsentito ad un apprendimento e una didattica maggiormente creativa, efficace ed inclusiva, facendo sì che, oltre all’ingresso nell’istituzione scuola della Lim (Lavagna Interattiva Multimediale), durante la diffusione pandemica globale di Covid-19, iniziata nella primavera del 2020, bambini e ragazzi continuassero ad avere un costante rapporto con gli altri compagni di classe e che proseguissero le lezioni accademiche e scolastiche di differente ordine e grado, cercando, in tal senso, di creare una dimensione accademica virtuale ma allo stesso tempo reale. In tale evoluzione tecnologica, sono nate nuovi mestieri ed in quelli esistenti e precedenti all’era digitale, sono richieste sempre più competenze digitali (Sole 24 ore).

     Dunque, se il progredire dell’efficienza degli smartphone tra le altre cose è stato significativo per cambiamenti sulla sfera lavorativa e accademica, ciò lo è ancor di più per tutte le persone che migrano da realtà difficili: realtà da cui allontanarsi per sopravvivere, ma con le quali mantenere un legame e contatto, attraverso e grazie il cellulare.

     In questa circostanza, lo smartphone sembra assumere una valenza di necessità imprescindibile: poter dire ai propri ai propri familiari “sono vivo”, “ce l’ho fatta”. Lo smartphone qui, come comunicazione di vita, esperienza di salvezza, come rassicurazione e legame con le proprie radici e come mezzo per essere in contatto con esse: essere connesso sia con quel mondo lasciato di persone significative che attendono notizie, sia con il mondo della speranza, quello non ancora né visto né esperito, di cui gustare il sapore.

     Tra gli aspetti positivi fin qui descritti, se ne affacciano nella realtà virtuale, di cui facciamo parte, altrettanti negativi.

     Negli ultimi anni, difatti, sta crescendo la letteratura scientifica che pone l’attenzione sui risvolti disfunzionali di un uso massiccio e non appropriato della tecnologia, soprattutto in fasce di età precoci, in cui non è ancora stato completato il ciclo di crescita e sviluppo cerebrale, fisico ed identitario. Nel 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’impatto nocivo e le digital addiction come una questione che riguarda ed incide su scala globale. Tale nuova criticità sembra essere aumentata notevolmente, nel periodo pandemico del Covid-19.

     Le varie ricerche mettono in evidenza come la durata, il contenuto, il numero dei dispositivi usati, l’uso di notte sono alcune tra i fattori determinanti effetti quali: problematiche legate al sonno, dipendenza dallo smarthphone, scarsa gestione dello stress ed una maggiore incidenza e connessione tra depressione e dipendenza tecnologica (Lissak, 2018); o ancora come l’utilizzo massiccio possa creare una maggiore incapacità nell’organizzazione del tempo, minor energia e attenzione (Dresp-Langley & Hutt, 2022). L’incidenza disfunzionale può essere annotata e osservata sia sull’adulto sia e tanto più sui minori, ragazzi e ragazze in fase evolutiva e strutturante.

 

Possibili effetti sull’unitarietà mente-corpo

     Ma come rispondono la nostra mente ed il nostro corpo a tale flusso di informazioni e di allargamenti di confini?  Le generazioni odierne esperiscono i media elettronici come una dimensione costitutiva e costituente la loro quotidianità, non solo per la parte scolastica, ma soprattutto per il tempo libero e di svago. A tal proposito, in differenti paesi occidentali e dell'estremo oriente si osserva un aumentato consumo dei media digitali da parte dei giovani. Già nel 2011, il 52% dei bambini da 0 a 8 anni aveva accesso a un dispositivo mobile, dato cresciuto poi nel 2013, al 75%, in concomitanza ad un utilizzo di ore sempre maggiore (G. Lissak, 2018).

     Stare seduti, sacrificando il movimento corporeo per lungo tempo potrebbe avere anche risvolti a livello corporeo e biochimico, tra i quali un aumento dell’obesità, maggiore sintomatologia ansiosa e depressiva, un incremento del cortisolo, ormone prodotto dall’asse ipotalamico, una stanchezza oculare e una maggior incidenza della miopia in individui in fase evolutiva. Inoltre, elemento importante degno di nota, è il sistema dopaminergico che si attiva nelle digital addiction.

IMG articolo Silvia RossiOpera di Walter Valentini     Ma che cos’è la dopamina? La dopamina è un neurotrasmettitore che ci spinge all’azione, responsabile anche della motivazione e del comportamento alla ricerca di ricompensa. Dunque, incide nel processo formativo di abitudini o dipendenza. Tale neurotrasmettitore è associato e implicato nella sfera della tossicodipendenza e della ludopatia: ad oggi, sembra essere coinvolto anche nell’abuso tecnologico (Kuss & Griffiths, 2012).

     Dunque, il cellulare e il mondo del web, sembrano influenzare più livelli del nostro corpo e del nostro essere nel mondo, in una società in cui il tempo odierno esterno, accelerato, rarefatto e individualista, ci porta ad essere connessi costantemente, mostrandoci una società in cui essere connessi è meno costoso che essere sentimentalmente impegnati. Le emozioni ed i sentimenti delle relazioni richiedono impegno personale e tempo, lo stesso che, soffocato e limitato in una società egoriferita, colmo di solitudine, viene a mancare. La dimensione, imprescindibilmente umana come quella del sentire, ad oggi, con la digitalizzazione e la realtà virtuale, sembra essere messa a dura prova, provocando una scissione psiche-corpo.

     Nella liquefazione del corpo come siamo arrivati ad un’oralità dilagante e ad essere dipendenti da ciò che compriamo? Corpi assenti o anestetizzati dinanzi ad uno schermo, occhi incantati e fissi sul virtuale.

 

Una piccola storia

      Riporto ora un piccolo spezzone di dialogo avuto con Giacomo (nome di fantasia), bambino di 8 anni con difficoltà a livello comportamentale e di ritenzione sfinterica.

“Cosa succede se smettessi di stare sul tablet?”

“Non lo voglio fare, provo rabbia, vorrei prendere il comodino e lanciarlo.”

“Senza i videogiochi cosa accade?”

“Mi annoio, cosa faccio senza giocare sul tablet? Mi piacciono i giochi in cui io posso ammazzare le persone.”

     In queste parole è possibile notare come l’uso di videogiochi o di applicazioni permettono al bambino di reiterare la sua espressione aggressiva, come se le altre parti di Sé fossero imprigionate dal videogioco, che potenzia l’emotività di rabbia. Il video sembra assorbire e accentuare quella sfera, ma c’è molto altro oltre questo luogo interno.

     Queste piccole righe possono far luce sul come il sociale incida sullo psichico. Giacomo, dopo svariate settimane in cui ha preso confidenza con quella sua specifica parte rabbiosa, in un ambiente protetto e con nuove modalità, è riuscito a mettere gli occhi su tale difficoltà. Un lavoro incentrato sul tempo e sul senso e significato che la tecnologia riveste per lui, che lo ha portato alla narrazione di una storia complessa e articolata: espressione della nuova possibilità evolutiva e dell’ascolto di Sé.

Martino è in motorino e butta giù dal grattacielo Giulia, poi le infligge un colpo. Giulia è incinta. Martino poi prende lo skateboard e inizia ad andarci. Giulia resuscita e sale sul grattacielo dove c’è anche Martino: lui le dice che c’era un biglietto con il suo nome e le prepara una torta di cioccolata.”

     Un pezzo di un racconto inventato da Giacomo, bambino con manifestata agitazione nel quotidiano, con intensi e prolungati scoppi di rabbia quando il cellulare o il tablet viene tolto. Lo stesso che diventerà presto fratello maggiore di una nuova vita. Nella narrazione e nell’espressione apparentemente disconnessa  del racconto avvenuto dopo essergli stato tolto il tablet, il piccolo è riuscito a prendere contatto con la sua confusione e ad esprimerla e con  i suoi sentimenti negativi trasformandoli ed incanalandoli in una torta di cioccolato, mostrando come il tempo a lui dedicato e una relazione differente e comprensiva possano, a piccoli passi, sanare e accarezzare con affettività dei tagli interni, scoppi di rabbia e fasi di passaggio tanto difficoltose quanto vitali. Lavoro che porterà ad una notevole diminuzione dell'utilizzo del tablet, divenendo lui stesso la guida tecnologica dentro casa: ora sarà lui a dire anche ai suoi fratelli quando passano troppo tempo dinanzi al pc o al cellulare.

     L’iter di evoluzione e supporto iniziato a settembre 2023, con Giacomo e le sue figure familiari di riferimento, si è focalizzato sulla sua storia di vita a partire dal contesto familiare in cui è nato, passando attraverso il rapporto con i fratelli (sminuenti e infastiditi dalla sua agitazione comportamentale), fino ad arrivare all’ingresso del corpo durante il corso degli incontri.

     Un punto di svolta è arrivato quando, grazie e tramite uno stetoscopio, gli ho fatto sentire il battito del suo cuore, il rumore dei suoi polmoni che respiravano. Il bambino ha potuto ascoltare e mettersi in contatto anche con il cuore e il respiro sia mio sia della madre. Ciò è stato ripetuto nel tempo e ha portato alle seguenti parole: “Da grande voglio diventare un medico. Non posso passare troppo tempo sul cellulare perché devo studiare per curare gli altri”.

     Parlando a partire dal torace (sede dell’affettività), ed inserendo la corporeità è stato possibile creare un rapporto di maggior equilibrio tra dopamina e serotonina evolvendo verso la muscolarità, tratto non esplicitato per via di  un’oralità difettuale.

     Sentire corporalmente il suo battito, la sua affettività così calda e viva, auscultare se stesso e l’Altro facendo esperienza concreta e autentica della relazione e di un respirare insieme, ha permesso uno scatto in una crescita maggiormente funzionale: un cellulare integrato con un cuore, con polmoni, con braccia e mani che accolgono, che si prendono cura e non più usate esclusivamente per scoppi di rabbia o per un contatto virtuale.

     Giacomo, ad oggi, ha aumentato l’impegno scolastico portando ad un incremento di amicizie in classe (le insegnanti riportano che il suo comportamento in classe è divenuto maggiormente gestibile, con nuovi legami amicali), e ad un controllo della minzione in ambienti esterni. Ascoltarsi e ascoltare, sentire il proprio corpo e con stupore scoprire che è lì vivo ed è unico nel suo battito.

 

Conclusioni

      La rivoluzione tecnologico-scientifica ha modificato profondamente il nostro percorso esistenziale apportando benefici e disfunzionalità, riscontrabili trasversalmente in tutti gli stati sociali su scala globale, divenendo tanto una risorsa, quanto un deficit che riguarda da vicino ogni essere umano e la sua storia evolutiva.

Rimanere umani e continuare a sentire dinanzi al progresso digitale è una delle sfide odierne.

 

 

 

Bibliografia 

Dresp-Langley B. & Hutt A. (2022). Digital Addiction and Sleep. International Journal of Environmental Research and Public Health19(11), 6910.

Lissak, G. (2018). Adverse physiological and psychological effects of screen time on children and adolescents: Literature review and case study. Environmental Research, Volume 164, p. 149-157.

Kuss, D. J. & Griffiths M. D. (2012). Internet and Gaming Addiction: A Systematic Literature of Neuroimaging Studies. Brain Sciences, 2, p. 347-374

 

Sitografia

https://www.ilsole24ore.com/art/la-relazione-i-clienti-e-sempre-piu-digitale-nuove-metriche-e-smart-data-la-pandemia-marketing-ha-fatto-nuovo-passo-avanti-AE6fBUt

 

[*] Psicologa, specializzanda nella Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Via Silvio Pellico 73/A - San Benedetto del Tronto (AP).

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