FEDERICO NAVARRO E LA VEGETOTERAPIA
(Prefazione al libro di Federico Navarro Metodologia della Vegetoterapia Carattero Analitica, di prossima pubblicazione a cura dell'E.I.N.A. (The Greek Insitute for Vegetotherapy and Character Analysis)
Genovino Ferri[*]
Sono molto onorato di presentare un pezzo di storia della Vegetoterapia Carattero-Analitica, fondamento analitico-terapeutico del pensiero reichiano e post-reichiano, che questo piccolo intenso e asciutto libro, scritto nel 1990 e successivamente pubblicato da Federico Navarro, mio amatissimo maestro, ben rappresenta.
Esso, infatti, fotografa un passaggio determinante di questa straordinaria metodologia, il passaggio, che oggi definisco strutturante, sistematizzato e clinico, da una Vegetoterapia di stato ad una Vegetoterapia di livello corporeo.
I passaggi nel tempo, come ben sappiamo, richiamano le fasi dei processi evolutivi: ognuna di esse succede sempre ad un'altra, spesso integrandola ed ordinandola in direzione neghentropica, ed ognuna di esse precede sempre una successiva, che spesso la integrerà e la ordinerà ancor meglio.
Il tempo è il grande nutriente dei processi dell'evoluzione, falsificandoli li seleziona.
Sto introducendo, come ben si comprende, la freccia del tempo neghentropica, anche per la Vegetoterapia Carattero-Analitica, spalmata su quattro generazioni di analisti-terapeuti: ne propongo al lettore una scansione degli stadi più significativi, a partire dal suo inizio.
Federico Navarro ( a sinistra ) e Ora Rakness (a destra )
Credo infatti che solo narrando in toto la scena nel suo divenire si rende visibile ed importante la collocazione di questo lavoro navarriano.
Mi aiuterò con evidenze dirette e virgolettate, ben descritte dai prestigiosi protagonisti che mi hanno preceduto.
La Vegetoterapia Carattero-Analitica fece il suo ingresso nell'orizzonte dell'indirizzo reichiano nel 1935: "Reich notò che, quando la corazza si scioglieva, un'onda di movimenti spontanei ed involontari si manifestava nel corpo, dalla gola verso il basso.
Se il paziente giace supino con le ginocchia sollevate a 45 gradi (la posizione sul lettino nel setting reichiano) respirando profondamente, la sua testa si inclina lievemente all'indietro, le sue spalle si abbassano un po', così il torace e l'addome, e la zona pelvica si solleva lievemente... Si realizzavano movimenti molto simili ad un riflesso che Reich definì <dell'orgasmo> (Raknes, 1972).
Quando nel 1935 fu scoperto il riflesso orgastico, l'accento del trattamento fu spostato dal carattere al corpo. Il termine di Vegetoterapia aveva lo scopo di tener conto di questo spostamento. “Abbiamo parlato di una Vegetoterapia analitico caratteriale per comprendere il lavoro analitico sull'apparato psichico e fisico come una cosa unica...
La nevrosi non è soltanto l'espressione di un disturbo dell'equilibrio psichico, ma è anche l'espressione di un disturbo cronico dell'equilibrio vegetativo...
Allentando gli atteggiamenti caratteriali cronici riusciamo ad ottenere reazioni del SNV, a liberare anche gli atteggiamenti muscolari corrispondenti... È sorprendente vedere come lo scioglimento di un irrigidimento muscolare riproduce anche quella situazione nella memoria in cui la repressione della pulsione si era verificata...
Gli atteggiamenti muscolari danno la possibilità di evitare la complicata deviazione attraverso le strutture psichiche..." (Reich, 1985).
L'energia orgonica cosmica, individuata nel 1939, però fece coniare a Reich il nuovo nome di Terapia Orgonica... questa scoperta, sono solito dire, lo rapì, facendolo passare velocemente, suggestionato dalle illusioni emanate da una verità molto più complessa, sopra un diamante senza vederlo, selezionarlo ed affinarlo.
"Sia che si mobilitino le emozioni dall'armatura caratteriale per mezzo dell'analisi del carattere o che si mobilitino dall'armatura muscolare per mezzo della Vegetoterapia, in ogni caso si provocano eccitazioni e movimenti plasmatici. Ciò che si muove in questo processo non è altro che energia orgonica che è legata al liquido del corpo." (Reich, 1973).
In quel però, in grassetto nelle righe precedenti, c'è lo scivolamento nella liquidità del geniale paradigma psicocorporeo introdotto da Reich, ben nitido oggi per noi, analisti di quarta generazione.
Mettendo sotto focus proprio quel punto ne cogliamo i particolari.
Per tre decenni il percorso che in continuità dall'Analisi del Carattere del 1926-1934 (primo diamante ben individuato), portava alla Vegetoterapia nel 1935-1939 e troppo facilmente alla Terapia Orgonica del 1939, rimase fermo, intatto, indiscusso. La Vegetoterapia rimane, per così dire, esperienza sullo sfondo, poco significativa e solo propedeutica alla terapia orgonica, di fatto un diamante grezzo.
È in questa prospettiva che assume straordinaria importanza la figura di Federico Navarro, che con Ola Raknes, pur inconsapevolmente, imprime una direzione illuminante, neghentropica e strutturante al processo evolutivo del pensiero post-reichiano e della Vegetoterapia carattero-analitica in particolare.
"È durante le vacanze a Stromboli, nel 1965, che Navarro scopre Reich. Egli aveva portato con sé un'antologia di testi di Reich, presentata da Luigi De Marchi con il titolo “Teoria dell'orgasmo ed altri scritti”.
Al rientro a Napoli constata che il suo entusiasmo è condiviso da un certo numero di colleghi ed amici.
Viene lanciata l'idea di seguire una formazione di Vegetoterapia reichiana, ma i mezzi per realizzarla sembrano pressappoco inesistenti. Unica soluzione sarebbe quella di rivolgersi al norvegese Ola Raknes, fedele discepolo di Reich e da lui stesso formato.
Una volta contattato, Raknes (già psicoanalista, formatosi con K. Horney e già vegetoterapeuta, formatosi con tre anni di training con Wilhelm Reich) accetta di trascorrere per qualche anno le sue vacanze in Italia.
Durante tre anni consecutivi Navarro ed i suoi colleghi riceveranno così da Ola Raknes un insegnamento pratico, che sarà la base della loro attività terapeutica. (Dadoun, 1980).
"Al termine della formazione in Vegetoterapia, del training come si dice, che ho avuto con l'allievo, amico e collaboratore di Reich, Ola Raknes, quest'ultimo mi domandò se avessi qualche osservazione da fare. Segnato com'ero dalla mia formazione tradizionale di neuropsichiatra, gli risposi che la metodologia clinica non era messa a punto e che si sentiva il bisogno di una sistematica coerente. Reich non aveva elaborato, infatti, un vero e proprio metodo. Raknes mi guardò con un ché di sornione nello sguardo, mi diede ragione e aggiunse dopo un silenzio questa affermazione: -Reich non l'ha fatto perché ad un certo punto si è impegnato interamente nelle ricerche orgoniche, ma tu, se vuoi, lo puoi fare-. Lavorai molto sulla metodologia e prima che Raknes morisse gliela sottoposi. Così è nata l'attuale Vegetoterapia: un lavoro progressivo metodologico sui sette livelli, partendo dagli occhi, per spostare l'energia, metterla in condizioni di circolare dall'alto verso il basso, per esprimersi poi con la potenza orgastica". (Navarro, n. 83).
Questo piccolo libro ce la racconta ed espone in maniera molto sintetica, che non rende giustizia alla immensa esperienza clinica ed umana dell'autore, ma che indubbiamente contiene preziosità necessarie al bagaglio di ogni psicoterapeuta che include nel suo orizzonte la corporeità, indispensabili per uno psicoterapeuta reichiano.
Una psicoterapia, infatti, non è completa se non si attraversano le vie cortico-spinali, ovvero se non si attraversa il sentire e l'azione per sapere... e non si può sentire senza il corpo.
La Vegetoterapia di livello corporeo, come mi piace definirla, lineare e top down, ha costituito la mia formazione, sono stato in training con Federico Navarro per oltre 10 anni e contemporaneamente in collaborazione professionale e societaria fino alla sua scomparsa nel 2002, quando era Presidente Onorario della S.I.A.R., la Società Italiana di Analisi Reichiana, che ho ancora il piacere di dirigere.
Il mio training personale di Vegetoterapia di livello corporeo con Federico Navarro ha costituito l'indispensabile piattaforma di quello che considero, in coerente continuum, lo stadio successivo: la Vegetoterapia di fase-tratto-livello, derivante dalla lettura bottom up dell'ontogenesi, che include e completa la lettura top down precedente.
Guardando retrospettivamente faccio risalire al 1983 l'inizio di questo ulteriore sviluppo, che si porta fino all'attualità dei nostri giorni con la Mente di Tratto. Fu infatti a Valencia, in un congresso della Seor (Scuola Europea di Orgonoterapia), in seguito ad un forte e acceso dibattito fra me e Federico Navarro, su quali fossero i livelli corporei impegnati nella psicosi, che ci fu il primum movens di questo ulteriore passaggio.
Federico alla fine convenne con me, in grande onestà ed autenticità intellettuale, tipica del suo stile, che il blocco primario della psicosi era nel livello 6, livello della vita intrauterina e che quello evidente (blocco) del livello 1 rappresentava solo l'epifania, più facilmente visibile all'osservatore nell'esame del paziente.
Da questo apparente grimaldello iniziò appunto l'ulteriore fase evolutiva nella storia della direzione neghentropica della Vegetoterapia (non un punto di biforcazione): si addizionava di fatto l'entrata dei livelli corporei in una sequenza bottom up, fin dall'inizio della vita.
Fu introdotta la freccia del tempo neghentropica, furono ridefinite, in 3D, le fasi evolutive, i livelli corporei si collegarono alle relazioni con gli oggetti parziali di fase, gli imprinting ed i segni da esse incisi chiarivano i pattern dei tratti di carattere: la storia vera delle persone si portava dalle afferenze periferiche al sistema nervoso centrale.
La Vegetoterapia con i suoi acting ritornava nell'alveo della Psicoterapia Analitica (Analisi Reichiana), ma con il corpo incluso, la relazione analitico-terapeutica si arricchiva, in modulazione appropriata con gli acting, del controtransfert di tratto-livello corporeo.
Tutto tornava nitido. Il senso intelligente dell'Elan Vital nel corpo si faceva Logos.
Il modello analitico reichiano ri-prendeva vitalità, il diamante che era stato visto da Navarro si raffinava progressivamente in uno splendore illuminante: coerenza epistemologica e scientifica lo rendono oggi al passo dei tempi e molto spesso anche in anticipo su di essi, nel mentre tesse con più discipline, non ultime le neuroscienze, confronti e dialoghi serrati ed entusiasmanti, perfezionando così le linee guida per una sempre maggiore appropriatezza in psicoterapia e psicopatologia.
Gli acting elaborati da Reich, con quelli di Raknes, di Navarro e di Ferri-Siar, oggi si infilano in una continuità tridimensionale che copre quasi tutte le finestre delle fasi, così da rendere più preciso l'inserimento della password vegetoterapeutica, per entrare nei piani abitati dalle nostre menti di Tratto e armonizzarle.
Bibliografia
Raknes, O. (1972), Whilhelm Reich e l'Orgonomia. Roma: Astrolabio.
Reich, W. (1985), La Funzione dell'Orgasmo. Milano: Sugarco.
Reich, W. (1973), Analisi del Carattere. Milano: Sugarco.
Dadoun, R. (1980), Rivista Syntesis.
Navarro, F. (n. 83). Rivista L'Arc.
[*] Psichiatra, Analista S.I.A.R., Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di Psicoterapia corporea.