Numero 1/2024
IL DIALOGO INCORPO
di Mauro Sandrini e Ilaria Vaglini
Homeless Book 2024
a cura di Simone Consalvi [*] e Francesca Capomaccio[**]
In un’epoca dove si parla costantemente di intelligenza artificiale con il rischio di sottovalutare le potenzialità dell’intelligenza umana e del pensiero originale e critico delegandolo alle macchine, Sandrini e Vaglini, docenti di scuola superiore, propongono un nuovo punto di vista, consentendo al lettore di ipotizzare l’utilizzo dell’etica come guida per l’integrazione dell’A.I. La loro attenzione è centrata sulla formazione in ambito educativo e utilizzando esempi concreti hanno cercato di spiegare come potenziare la tecnologia potentissima della quale siamo dotati: il dialogo, un dialogo incarnato che le macchine non possono replicare e che rappresenta il primo spazio d’incontro tra noi. Dialogo che parte dal silenzio per arrivare all’ascolto, un percorso prezioso da trasmettere agli studenti e ai collaboratori.
La domanda sottostante è cosa fare quando entriamo in una classe difficile. Difficile perché “ai ragazzi è stato rubato il tempo” come afferma Genovino Ferri (Ferri 2020), quel tempo che ci permette di sentire dal e nel nostro torace, l’affettività che ci fa vibrare, nel corpo, incorpo. Si riparte dal silenzio, genesi di ogni dialogo, primo e fondamentale dialogo relazionale prima della nascita. Quel dialogo intrauterino fra madre e feto segna la nostra personale storia prima di respirare, il come di quel dialogo sarà la nostra base energetica da cui partire. La comunicazione analogica predispone alla presenza e alla possibilità di accordarci alla mente altrui. Il nostro io si costruisce nella relazione con l’altro da sé, incontrare occhi mirror affettivi, includenti e sostenenti è quello che i ragazzi delle classi difficili chiedono, allarmati dal vuoto relazionale.
Gli autori esaminano la comunicazione e suggeriscono il dialogo incorpo come antidoto, una comunicazione autentica, frattale di noi che portandolo nella relazione genera nuovi pensieri. Il nostro cervello per percepirsi con l’altro o senza l’altro va ad ascoltare segnali limbici che ci dicono che l’altro è in quella sfera in cui mi posso affidare alla sua presenza, che include fiducia. In questo tempo di interconnessioni, i ragazzi sentono invece una profonda solitudine affiancata al ritiro sociale. Appare evidente che l’A.I non può sostituire le relazioni umane che nutrono e ci portano verso una neghentropia intelligente. Non dimentichiamo del resto che la comunicazione umana è soprattutto analogica, corporea – ricordiamoci della realtà dei neuroni mirror – e che è dunque molto importante prendere coscienza della propria presenza corporea nel mondo, di quello che il corpo comunica a prescindere dai contenuti e dalle intenzioni. Il corpo, nelle professioni che implicano la relazione, rappresenta pertanto il più importante strumento di lavoro. Gli occhi, per esempio, rappresentano un distretto corporeo molto importante per gli insegnanti. I loro occhi possono però vedere/guardare gli studenti in diversi modi. Possono guardare in maniera inquisitoria, pronti a cogliere e a sorprendere il sia pur minimo movimento sospetto, potenzialmente disturbante o irriverente (atteggiamento autoritario o controllante). Possono guardare con paura o essere seduttivi e accondiscendenti nel tentativo di accattivarsi la benevolenza degli studenti (atteggiamento impotente). Possono ancora essere capaci di incontrare (vedere) gli occhi degli studenti ed esprimere il piacere di esserci e di partecipare all’impresa comune della lezione (atteggiamento autorevole). Recuperare il come delle relazioni e interrogarsi su questo, può rappresentare un’acquisizione di nuovi circuiti neuronali, che ci permettono salti evolutivi intelligenti.
Il testo di Sandrini e Vaglini, dunque, attraverso una vera e propria analisi delle possibilità comunicative alle quali attingere per arrivare all’altro, dettagliando un percorso pragmatico da perseguire, funge da bussola per formatori ed educatori che agiscono per elevare l’umanità anziché la sua versione artificiale.
Gli autori si sono interrogati in prima persona e messi in una posizione di apertura e apprendimento, invitando tutti coloro che si occupano di relazioni a costruire all’interno di sé stessi una rete intelligente ed emozionale da poter portare nel mondo. L’apprendimento efficace non può prescindere da un dialogo incorpo.
[*] Psicologo, specializzando psicoterapeuta nella Scuola Italiana di Analisi Reichiana Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. via Valadier, 44 Roma.
[**] Psicologa, specializzanda psicoterapeuta nella Scuola Italiana di Analisi Reichiana Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. via Valadier, 44 Roma.