Il Modello S.I.A.R.

Le fondamenta del Codice Energetico-Sistemico della SIAR sono nell’unità psicobiologica dell’individuo. Definiamo l’uomo come un nucleo di energia cosmica focalizzato, molto organizzato e specializzato, immerso in un sistema più vasto di campi energetici in relazione tra loro.
Dall’assunzione dei concetti di energia e di campo energetico, procediamo mettendo in relazione parametri che provengono da ricerche disciplinari diverse tra loro, ma che non si escludono l’un l’altra. In particolare:
In ambito matematico e fisico, la teoria della complessità che guarda il mondo come interrelazione e interdipendenza di tutte le sue componenti, che sono tra loro in equilibrio flessibile e aperto al mutamento. Sistemi cioè, che hanno la caratteristica di essere in sé autonomi e nello stesso tempo in relazione con un sistema più ampio che li contiene.
In ambito neurofisiologico, il modello dei cervelli stratificati di MacLean: il rettiliano, il più arcaico; il limbico, che aggiunge la dimensione affettivo-emotiva; e infine la neocortex, con le funzioni superiori di astrazione, conoscenza e coscienza.
In ambito psicoanalitico, il funzionalismo reichiano con i concetti di energia, armatura caratteriale e blocchi nella struttura del corpo.


L’esistenza dell’individuo è scandita da eventi che ne segnano l’evoluzione e ne guidano il movimento, dalla fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo alla massima espansione della persona adulta con tutte le relazioni vissute con l’Altro da Sé.
Questo processo avviene attraverso sei fondamentali fasi evolutive: due intrauterine e quattro extrauterine. Ciascuna di queste fasi è caratterizzata da fenomeni specifici che hanno insieme valenze biofisiologiche, emozionali – affettive e intellettive. La loro forza e il loro significato positivo o negativo lascerà un segno nel carattere dell’individuo. Il carattere della persona, il suo modo di funzionare nelle situazioni di vita in cui verrà a trovarsi, saranno “colorate” dalle caratteristiche di quella fase evolutiva che avrà avuto significato nella sua storia.
L’evoluzione sana e funzionale di una persona attraverso le sei fasi permetterà di mettere in relazione la grande energia del bacino che si esprime nella sessualità con la grande energia del campo visivo, del campo di coscienza.


Il linguaggio del corpo è forse la dimensione più significativa cui si fa riferimento nell’ Analisi Reichiana, ma è chiaro che esso si accompagna a tutti gli altri dati (dai sogni ai lapsus, dai simboli alle metafore, dalla vita fantasmatica alle fantasie liberatorie ecc.) del come espressivo del paziente nel setting. Espressivo dei suoi segni incisi, ovvero dei suoi tratti caratteriali. E in un’accezione larga che si informa al principio di identità funzionale, carattere è da intendersi come carattere psicologico, muscolare, neuroendocrino, neurovegetativo.
La Vegetoterapia Caratteroanalitica scandisce le fasi dell’analisi nelle sue varie tappe evolutive, con insights su insights energetico-emozionali; è il comprendere-capire appoggiato sul sentire.E’ una metodologia introdotta da Reich, approfondita e sistematizzata in seguito da Ola Raknes e da Federico Navarro, che, informandosi al Sistema Nervoso Vegetativo, da cui il nome, al sistema muscolare, al sistema neuroendocrino ed alla pulsazione energetica, espressioni più dirette ed analogiche della vita emotiva, affettiva ed istintiva, opera:
-sul corpo con actings per favorire una più sana distribuzione della libido
-sulla psiche con un’analisi del carattere emergente dal linguaggio del corpo.
Propone al soggetto di ripercorrere attraverso progressivi e specifici actings sull’intero suo organismo l’esperienza del suo sviluppo psicoaffettivo e della sua maturazione emozionale.
La verbalizzazione delle sensazioni, delle emozioni e delle associazioni libere prodotte rappresentano il momento successivo.


L’ultimo sviluppo della ricerca nel paradigma reichiano è l’analisi del carattere della relazione. Dall’analisi del carattere, introdotta da Reich, allarghiamo l’orizzonte sul sistema analista-analizzato per analizzare il carattere di quella specifica relazione e del suo specifico stadio evolutivo.
Significa fare un passaggio verso i sistemi complessi, e considerare il setting una forma vivente, un sistema autopoietico con diversi stadi e livelli di organizzazione.
Il setting dovrà essere definito dalla corretta posizione e dal corretto come dell’analista, necessario per lo stabilirsi di un controtransfert funzionale al disturbo da curare e allo specifico assetto del temperamento e del carattere dell’analizzato.
In tal modo, la modalità di porsi da parte dell’analista diventa un potente mezzo terapeutico.
La corretta posizione è la collocazione empatica, dinamica e funzionale da parte dell’analista sul tratto della propria personalità su cui può incontrare e contattare l’analizzato e aiutarlo a muoversi dalla sua fissazione. (Chiamiamo questo: controtransfert di tratto).
Gli indicatori di un controtransfert di tratto non sono solamente psicologici, ma sono anche empatici, corporei, emozionali. Essi ci permettono non solamente di sapere dove si trova l’altro e dove ci troviamo noi, ma di sapere in quale stadio si trovi la relazione analitica, e quale evoluzione sia in atto.


Per approndire il nostro modello